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Gommalacca kg 5 Visualizza ingrandito

Gommalacca kg 5

gommalacca

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La gommalacca è una fragile e scagliosa secrezione dell'insetto Kerria lacca, presente nelle foreste di Assam e Thailandia. Un tempo si riteneva comunemente che fosse ottenuta dalle ali di insetti indiani.

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€ 250,00 tasse incl.

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GOMMALACCA
La gommalacca è una resina organica secreta da un piccolo insetto della famiglia della Cocciniglie, alla quale è imparentata, per intendersi, la famiglia dei comuni afidi.

Questo insetto vive su una varietà di piante indigene del subcontinente indiano e regioni limitrofe. Per proteggersi, l'insetto produce una sostanza resinosa con la quale si crea una specie di scudo, di colore rosso violaceo scuro, chiamata lac. Lo scudo o placca è il materiale grezzo da cui si ricava la gommalacca ed è chiamato sticklac per indicare che contiene, oltre alla resina, anche residui vegetali e dell'insetto stesso.

In origine la raccolta e lavorazione della gommalacca non era per la resina, bensì per la sostanza colorante che dà alla resina il suo caratteristico colore. L'uso come tintura è ricordato per la prima volta da Claudius Aelianus (170-235 d.C. circa) nel suo Sulla Natura degli Animali.

La tintura veniva estratta dallo sticklac durante il primo lavaggio, che è anche la prima lavorazione necessaria all'estrazione della resina.

La tintura rimase una mercanzia di valore fino a metà ottocento, quando il chimico inglese Perkins sintetizzò la prima anilina, il primo colorante artificiale della storia.
La prima notizia sull'uso della gommalacca come vernice per legno appare già nel 1590, in un'opera di uno scrittore inglese, inviato in India per descriverne i luoghi, gli usi ed i costumi. Egli descrive come i tornitori Indiani di suppellettili domestiche applicassero la gommalacca strusciandone un blocco sull'oggetto in legno ancora sul tornio, così che il calore prodotto dall'attrito la sciogliesse, facendola penetrare nelle fibre del legno.

Quando la gommalacca così applicata raggiungeva la giusta quantità, il tornitore rifiniva il pezzo strusciando paglia o altre fibre vegetali, lucidandolo alla perfezione

Benché usata in Occidente fin dal '600 (chi si può dimenticare il segreto di Stradivari per i suoi violini?), l'uso della gommalacca come vernice per mobili non prese comunque piede su larga scala fino agli inizi dell'800, quando rimpiazzò quasi completamente gli altri metodi, a cera o con olii.
Rimase la finitura più diffusa fino agli anni '20 e '30, quando fu rimpiazzata dalla lacca alla nitrocellulosa.

Le scaglie di gommalacca si sciolgono in alcool con gradazione uguale o maggiore di 94°. Essa dona alla superficie, un aspetto di particolare lucentezza che al tatto risulta asciutto e vellutato; inoltre, evidenzia le venature e le marezzature del legno dando un particolare effetto estetico.

Preparazione della gommalacca:
In un recipiente introdurre gr. 150-200 di gommalacca in scaglie, ricoprirla con un litro di alcool etilico con gradazione a 94° (meglio se con gradazione a 99,9°).
Dopo aver ben chiuso il recipiente occorre attendere che la gommalacca si sciolga completamente. Per questo occorre lasciare riposare il recipiente per una giornata. Al termine delle 24 ore, occorre filtrare il contenuto travasandolo in una bottiglia di vetro per poterla conservare.
Per filtrarlo si può usare una vecchia calza di nylon da donna messa sopra ad un imbuto.
Quando si è riempita la bottiglia, la si chiude con un turacciolo di sughero. Riposta così in un luogo fresco e buio, può durare anche fino ad un anno.
La si può usare anche subito. Quando la si va ad usare, conviene filtrarla nuovamente. Non esistono regole fisse per quello che riguarda la concentrazione della resina perché dipende dalla fase di procedimento in cui la vernice viene usata.
In linea di massima per la verniciatura a tampone si sciolgono 100 gr. di gommalacca in 1 lit. di alcool. La vernice così preparata potrà essere colorata usando aneline all'alcool.

Concentrazione della gommalacca:
La quantità di gommalacca da far sciogliere in alcool dipende dal tipo di applicazione:

• Chiusura dei pori: 100 gr. in 2 litri di alcool
• Lucidatura: 100 gr. in 1 litro di alcool
• Brillantatura: 100 gr. in 2 litri di alcool

Preparazione del tampone:
il tampone è costituito da un cuscinetto, ottenuto con una pezzuola di lana non colorata che ne costituisce "l'anima", avvolta in una tela bianca di cotone e lino, il tessuto usato per fare le lenzuola ai tempi della nonna.
La grandezza del tampone, dipende dalla superficie che si deve lucidare. Sarà più piccolo per superfici intagliate o piccole fasce e frontalini di cassetti, più grande per piani di tavolo o di comò.
In fase di lucidatura la gommalacca la si versa in una ciotola larga in modo da poter immergervi completamente la pezzuola di lana. Una volta inzuppata bene, la si strizza con una mano, mentre nell'altra si tiene aperto il telo di lino. Quando la pezzuola di lana e ben strizzata la si mette al centro del telo di lino e si raccolgono i quattro lembi torcendoli ottenendo così il tampone pronto per l'uso

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Gommalacca kg 5

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La gommalacca è una fragile e scagliosa secrezione dell'insetto Kerria lacca, presente nelle foreste di Assam e Thailandia. Un tempo si riteneva comunemente che fosse ottenuta dalle ali di insetti indiani.

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